Le recenti disposizioni relative alla trasmissione dei certificati di malattia hanno ulteriormente aggravato il malessere che già da tempo affligge la Medicina Generale italiana.
I medici del SSN lamentano un carico burocratico asfissiante tale da ostacolare quella che dovrebbe essere la loro attività principale, quella di medico di Medicina Generale, da cui autorità sanitarie e popolazione chiedono e ottengono sempre più compiti realmente importanti, impegnativi e delicati ( gestione malattie croniche; pazienti fragili; deospedalizzazione; efficacia ed efficienza nella gestione nella assistenza medica oltre che nella spesa sanitaria).
Ciò nonostante devono constatare che si tenta per l'ennesima volta di assegnare loro compiti burocratici che gli stessi dipendenti di enti tradizionalmente destinati a questo scopo rifiuterebbero. Per agevolare l'accettazione di queste incombenze si alimentano voci infondate sulle loro retribuzioni, che sono culminate con la fantasiosa cifra di 6 - 9 Euro a paziente che riceverebbero per la tenuta dei sistemi informatici, mentre la retribuzione reale è nella maggior parte delle regioni di circa un decimo di questa cifra.
Il compito che rischia ormai di far traboccare un vaso già colmo è quello dell'invio online delle certificazioni di malattia. Il Ministro afferma che con questa iniziativa si risparmierà, ma dimentica che in realtà la spesa verrà semplicemente trasferita dagli enti preposti alla ricezione dei suddetti certificati agli studi medici che saranno costretti ad ottemperare a questa incombenza.Se prima alcuni dati anagrafici erano immessi nel certificato dallo stesso lavoratore, che se ne assumeva la responsabilità, adesso gli stessi dati dovranno essere immessi e confermati dai medici certificatori. Inoltre sarà stampata e rilasciata ai pazienti copia cartacea del certificato e dell’attestato per il datore di lavoro, con buona pace del "risparmio di carta" tanto decantato.
Se la preoccupazione principale del Ministro era quella del risparmio economico e del disagio apportato al lavoratore, i medici di medicina generale già da tempo avevano chiesto che si adottasse un meccanismo molto semplice e' già adottato da molti paesi: l' autocertificazione per i primi giorni di malattia. Ma evidentemente questa soluzione non piace. Evidentemente il popolo e' ritenuto troppo poco responsabile per autocertificare uno stato di breve malattia o indisposizione, mentre i Medici di Medicina Generale sono considerati invece che professionisti semplici postini da punire duramente in caso di una minima mancanza.
Ora più di mille medici hanno firmato questa Lettera Aperta che si allega, nella speranza che si possano rivedere modalità operative e obblighi legati a questa nuova pesante e "impropria" incombenza.
I medici della mailing list Medicina In Rete
Lettera aperta al ministro Renato Brunetta
Egr. Sig. Ministro,
siamo un gruppo di medici convenzionati con il SSN. Quando molti anni fa ne abbiamo avuto l'opportunità abbiamo accolto con entusiasmo l'idea di informatizzare la nostra attività professionale, convinti che ci avrebbe permesso di razionalizzare la gestione delle informazioni cliniche dei nostri assistiti e migliorare così l'assistenza medica fornita ai cittadini italiani.
Ma purtroppo con il passare degli anni il mezzo informatico si e' trasformato in una fonte di aggravi burocratici spesso assurdi, che non possiamo elencare qui per mancanza di spazio, con il risultato di sacrificare l'attività professionale a vantaggio di esigenze estranee ai nostri compiti clinici. Ora con l'invio telematico del certificato INPS la situazione rischia di aggravarsi nonostante le reiterate promesse di ridurre il carico burocratico.
Secondo le nostre valutazioni l'invio elettronico del certificato di malattia INPS triplicherà nella migliore delle ipotesi il tempo necessario alla stesura, rispetto a quello cartaceo, impegnando diverse ore del nostro tempo in incombenze meramente amministrative, a scapito del miglioramento dell'assistenza rivolta ai cittadini, che peraltro anche nella recente indagine del CENSIS hanno espresso un elevato gradimento per la Medicina Generale.
Proprio gli stessi soggetti che Lei intende tutelare promuovendo una maggiore attenzione dei servizi pubblici per l'appropriatezza e la qualità delle prestazioni sanitarie.
Il Decreto del 27 ottobre 2009 n. 150 rischia di aggravare ulteriormente la situazione, con la proibizione di riportare nei certificati di malattia i sintomi soggettivi non obiettivabili riferiti dal paziente, compito doveroso e consono alla nostra preparazione culturale e professionale, e con l'obbligo invece di certificare e comprovare con nostra corresponsabilità informazioni riferite dagli assistiti prive di ogni valenza clinica (residenza ufficiale, reperibilità durante la malattia).
Tale Decreto ci offende professionalmente e ci carica di gravi responsabilità per mansioni burocratiche che non competono ad un professionista deontologicamente votato a prendersi cura dei cittadini sani e malati.
Per questi motivi esprimiamo il nostro dissenso rispetto al Decreto in oggetto e chiediamo che vengano apportate le opportune modifiche per salvaguardare la nostra professionalità a vantaggio degli assistiti del Servizio Sanitario Nazionale.