L'ICD9 e altre meraviglie

Leggo sul sito web del CNR di una interessante iniziativa: «Il Servizio di prevenzione e protezione del Consiglio nazionale delle ricerche (Spp-Cnr) di Roma sta attuando uno studio di prevenzione dal titolo «Farmacia cardiometabolica", focalizzato sulla ricerca dei fattori di rischio cardiovascolare nella popolazione afferente alle farmacie italiane». Hanno sviluppato una cartella clinica computerizzata dove il farmacista immette pressione, BMI, circonferenza addominale, glicemia, colesterolo totale e HDL, trigliceridi, fumo di sigaretta, frequenze alimentari, e «si calcola il rischio cardiovascolare a 10 anni; dopo di che l'elaborato viene restituito alla farmacia con l'aggiunta di consigli dietetici ad hoc. Il soggetto è successivamente controllato a distanza e, ove necessario, indirizzato al proprio medico di famiglia».

Ma, in realtà, i MMG si occupano di altre scartoffie, e l'occasione si può tutt'al più cogliere per abbinare un po' di esercizio sull'ICD9, argomento del giorno in tutti i dibattiti dei medici, grazie alle nuove esigenze classificatorie dell'INPS sulle invalidità.
Oggi ho passato 6 ore (dalle 8,30 alle 14,30) in studio, affrontando una quarantina di persone V65.5 («Persona che teme di essere inferma senza che sia stata fatta alcuna diagnosi») o V65.8 («Altre ragioni per entrare in contatto con i servizi sanitari») e averle congedate per lo più come V65.9 («Ragione non specificata per entrare in contatto con i servizi sanitari»), mentre la mia segretaria si sciroppava una trentina tra V68.1 («Ripetizione di ricette») e V68.0 («Rilascio di certificati medici»). Ebbene, dopo una giornata così, sentire che qualcuno pensa di far gestire il rischio cardiovascolare alle farmacie cardiometaboliche munite di software apposito, mi fa piombare nel 296.33 («Depressione maggiore, episodio ricorrente, grave, senza menzione di comportamento psicotico»).
Quando ho letto la news, ho avuto un disturbo classificabile come 312.30 («Disturbo del controllo degli impulsi, non specificato»), con un rischio alto di progredire verso un 312.03 («Disturbo della condotta con ridotta socializzazione, tipo aggressivo, grave»). Mi sono chiesto se chi propone queste cose non abbia, per lo meno in attesa di approfondimenti, un 794.00 («Esame anormale non specificato di prove funzionali del cervello e del sistema nervoso centrale») e devo dire che mi verrebbe voglia di ridurlo in 807.09 («Frattura chiusa di più costole, numero non specificato»), se non 828.1 («Fratture multiple interessanti ambedue gli arti inferiori, l'arto inferiore con quello superiore e l'arto inferiore con le costole e lo sterno, esposta»), o almeno in un 848.0 («Altra e mal definita distorsione e distrazione di cartilagine del setto nasale»). Quest'ultima opportunità è più intrigante perché, a parte che un pugno sul naso rimane un classico ed è meno truculento, quel qualcosa di "mal definito" lascia ancora spazio all'immaginazione.
Ma poco dopo, a mente fredda, mi sono trovato su un più accomodante 309.9 («Reazione di adattamento non specificata»). In realtà, tutta la sequenza è a ben vedere fuorviante, perché inutilmente analitica di quello che è il mio vero stato: il 312.34 («Disturbo esplosivo intermittente»), il che dimostra che le classificazioni ICD9 non sono mutuamente esclusive (e che io sono una mina vagante).
Io uso l'ICPC e ho sempre parlato male dell'ICD9, ma ora devo confessare che indubbiamente l'ICD9 è stata per me una scoperta molto interessante. Si può ben definire una vera e grande esperienza umana: uno la guarda, scorre dapprima incuriosito un po' dentro l'elenco, per finire immerso tra le 12.000 e passa sciagure del repertorio, e l'unica cosa che gli viene in mente è che, beh... l'umanità ha prodotto anche questo. Non saranno gli ultimi quartetti di Beethoven, né le piramidi o la Grande Muraglia, ma non è neppure un bruscolino. Presa d'atto neutrale, perché è difficile provare emozioni positive o negative di fronte a opere così maestose. Si rimane stupiti e quasi annichiliti; è come avere una collezione di due miliardi di tappi di bottiglia: sarà anche una boiata, ma non si può mica banalizzare. Semmai ci si chiede in quanti si saranno messi per arrivare a pensare anche al 78.19 («Altri porri virali specificati»), oppure a 979.7 («Avvelenamento da vaccini misti contro virus, rickettsie e batteri, esclusi quelli con componente antipertosse»). Si capisce che ci sarà voluta qualche dozzina di persone, gente che secondo me si è anche spanciata dalle risate facendo a chi la sparava più grossa. Sarebbe bellissimo avere le bozze, la storia delle stesure preliminari.
Mi sono convinto che è falso che i MMG vedano condizioni non previste dall'ICD9. Certo, magari ti viene in mente «Ubriachezza da Martini dry, senza menzione di limone ed olive, non molesta»; e sinceramente credo che in effetti non ci sia (devo controllare), ma il fatto stesso che uno sia costretto a pensare una condizione così e vada poi a controllare se c'è, dimostra la grande sensazione di immensità che si ricava da questa catalogazione universale, in cui non si riesce ad immaginare qualcosa che ti puoi beccare ma che non sia catalogato.
Penso che lo leggerò tutto l'ICD9, un po' alla volta: ci sono passaggi tristi ed altri esilaranti, aperture alla fantascienza come V43.89 («Presenza di sostituzione di altro organo o tessuto, non classificato altrove»); piccole banalità e grandi sofferenze; cose di tutti i giorni accanto a esperienze avvolte nel mistero, come V39.00 («Nato vivo, non specificato se singolo o gemello di uno o di più gemelli, nato in ospedale senza menzione di taglio cesareo»); cose inimmaginabili come 378.08 («Esotropia alternante con altre inconcomitanze») e altre ancora che lasciano spazio alla fantasia, come V66.6 («Convalescenza successiva a trattamento misto») o V44.9 («Presenza di apertura artificiale non specificata»), che ti fa pensare alla banda del buco, anche se in realtà non c'entra nulla, ma insomma muove la mente per associazioni. Come in tutte le grandi esperienze umane, del resto, che in definitiva si possono solo contemplare.

Sto leggendo Céline e (ammesso che regga) secondo me ci si abbina bene. E forse anche il Joyce dell'Ulisse. Scusate se è poco...

Massimo Tombesi
Medicina generale (Macerata)

 

Vuoi accedere a tutti i contenuti del sito e inviare commenti?
Se sei un utente registrato esegui ora il login oppure registrati gratuitamente»