Il custode sociale

Marina Bosisio
Medicina generale
Monza

Andando a fare una visita domiciliare programmata a una paziente anziana e sola che vive in una casa comunale (i suoi familiari si trovano tutti ad almeno 500 chilometri di distanza) ho avuto una piacevole sorpresa: la signora mi ha pregato di telefonare al «custode sociale», per pianificare il programma di aiuto per lei. Il custode sociale è una figura pensata e voluta dalla attuale amministrazione comunale per il complesso delle case comunali di ogni circoscrizione, con l’intenzione di essere di riferimento e di sostegno alle persone anziane, spesso fragili perché sole e in condizione di salute precaria e che non si possono permettere l’aiuto di una badante. Nella mia città è in questa situazione più del 20% della popolazione.
Ho telefonato al numero scritto sulla lettera che presentava il servizio agli utenti e, nel giro di qualche minuto, una giovane donna è arrivata a casa della paziente per conoscermi, presentarsi e presentare il servizio. Questa donna si faceva carico di andare in farmacia, fare la spesa, prenotare gli esami, ritirare i referti, tenere i rapporti col personale del distretto, svolgere tutte quelle mansioni burocratiche che l’anziana signora non era più in grado di compiere da sola, sia per difficoltà di deambulazione sia per via di un certo deterioramento cognitivo.
D’accordo con la custode sociale, ho ritenuto fosse arrivato il momento di chiedere l’invalidità civile, dato che la paziente, in seguito a una caduta, aveva ridotto la propria autonomia e che la sua ipoacusia era notevolmente peggiorata (e così pure la sua memoria): all’indomani, quando sono arrivata in studio, i moduli da compilare erano già sulla mia scrivania.
Ho telefonato all’assistente sociale della circoscrizione per avere maggiori informazioni sul servizio e per sapere come questa figura si rapporti coi servizi sociali del territorio. Purtroppo, al momento, il custode sociale è disponibile solo per i residenti delle case comunali, in una delle quali egli stesso stesso risiede, dove gli anziani spesso vivono in condizioni molto disagiate e precarie. Sarà, a breve, dotato di autovettura per il trasporto delle persone e, in pratica, svolgerà tutte le funzioni che normalmente sono svolte dai familiari. Vivendo vicino ai potenziali fruitori del servizio, può essere più in grado di intervenire in caso di necessità improvvise, facendo sentire gli anziani e i malati meno soli e isolati. Il custode sociale fa da tramite con i servizi sociali e tra i suoi compiti c’è quello di favorire iniziative di socializzazione degli anziani e di vegliare sulla loro sicurezza, segnalando situazioni a rischio.

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